Tiribocchi: «Bergamo piazza che ti fa sentire importante: la curva è pazzesca»

Simone Tiribocchi

Simone Tiribocchi ha rilasciato una lunga intervista a Chiamarsi Bomber nella quale ha parlato anche della sua esperienza con la maglia dell'Atalanta. A Bergamo il Tir ha raccolto, tra il 2009 e il 2012, 84 presenze e 27 gol. Vediamo i passaggi più interessanti dell'intervista. 

L'intervista di Tiribocchi a Chiamarsi Bomber 

Sull'Atalanta diventata grande 

"Sapevo della grande competenza e amore dei Percassi che sono stati calciatori e ne capiscono tanto di calcio. Sapevo che avrebbero fatto grandi cose perché in quegli anni ricordo che era stata ristrutturata Zingonia, che era già un centro sportivo all'avanguardia. Certo non mi aspettavo che in così pochi anni sarebbero diventati competitivi in Europa e per lo scudetto. I Percassi hanno avuto una grande intuizione, soprattutto con la scelta dell'allenatore. Ripensando all'anno della retrocessione in cui furono cambiati 4 allenatori, adesso con Gasperini hanno trovato il mister ideale". 

Sul fatto che a Bergamo in tanti rendano al meglio 

"Partiamo dal presupposto che storicamente gli attaccanti hanno sempre fatto bene a Bergamo, così come a Genova perchè sono piazze calde che ti fanno sentire importante. Io iniziai male ma poi incominciai a segnare con regolarità. La curva è pazzesca e lo stadio ti galvanizza. L'atalantino è passionale, in settimana ti sprona e ti chiede di andare a giocare nei paesini vicini per fidelizzare nuovi tifosi. L'Atalanta ti fa sentire giocatore vero, l'ambiente ti fa stare bene e lo stadio ti carica quando entri in campo". 

Sulla stagione del suo arrivo e della retrocessione 

"Stagione incredibile. Ero arrivato dopo gli undici gol a Lecce dove però eravamo retrocessi. A Bergamo partì subito male con Gregucci, facemmo 4-5 sconfitte consecutive. Noi eravamo una buona squadra, ma ci sono annate che gira tutto male e poi riprenderle diventa difficile. Poi con Conte iniziammo a fare bene, avevamo una media punti da salvezza, eravamo sulla strada giusta. Solo che appena lui arrivò trovò i valori fisici molto bassi, quindi a ottobre facemmo una vera e propria preparazione tipo quella estiva. Facevamo primi tempi al di sotto del nostro livello ma nel secondo tempo volavamo, proprio perchè eravamo una squadra aerobica e ci mettevamo molto a entrare in partita. Poi dopo 3 mesi Conte diede le dimissioni perché non si era preso con la piazza. A noi mancava continuità di risultati e quindi veniva sempre messo in discussione l'operato di tutti. Forse serviva azzerare tutto e ripartire, difatti l'anno dopo vincemmo il campionato di Serie B e l'Atalanta non è mai più retrocessa". 

Qui l'intervista completa